Al secolo
Michele Fuschi. Teologo e frate minore. Dopo essere entrato
nell'ordine francescano, studiò a Parigi, dove divenne maestro di
Teologia. Nel 1316 fu eletto generale dell'ordine e presiedette la commissione
per la revisione degli statuti. La sua nomina avvenne in un momento
particolarmente difficile, per la lotta in atto tra il potere pontificio e la
corrente francescana degli spirituali. Dopo aver inizialmente favorito l'opera
di papa Giovanni XXII, volta a stroncare il movimento, in un secondo tempo si
fece egli stesso assertore di alcune tesi propriamente "spiritualistiche". In
particolare, finì per entrare in aperto conflitto con la massima
autorità ecclesiastica riguardo alla proposizione "Cristo e gli apostoli
nulla hanno posseduto per diritto di proprietà, né singolarmente
né collettivamente", enunciato dichiarato ortodosso dal capitolo
francescano presieduto da
M. da C. a Perugia nel 1322 e condannato invece
dal papa. Giovanni XXII abbandonò la politica conciliante verso i
francescani e con la bolla
Cum inter nonnullos (1323) dichiarò
eretico chiunque negasse che Cristo e gli apostoli fossero stati proprietari. La
lotta assunse vaste proporzioni:
M. da C., convocato ad Avignone nel
1327, rifiutò di aderire alle richieste del pontefice e strinse segreta
alleanza con Guglielmo di Occam e Bonagrazia da Bergamo, con i quali
fuggì da Avignone la notte del 26 maggio 1328 per dirigersi a Pisa, dove
in quel momento si trovava Ludovico il Bavaro: con questo imperatore fece causa
comune contro il papa (1328). Deposto, espulso dall'ordine e scomunicato (1331)
da un capitolo dell'ordine francescano convocato dal nuovo ministro generale
Guiral Ot, venne condannato in contumacia alla prigione perpetua, ma
M. da
C. non riconobbe mai queste deliberazioni, né del resto la condanna
ebbe mai esecuzione. Dal suo rifugio di Monaco, dove rimase fino alla morte
ospite di Ludovico il Bavaro, partecipò alla polemica dell'imperatore
contro Giovanni XXII e riuscì a fare numerosi proseliti
(
Michelisti). Morì senza essersi riconciliato con la Chiesa. Oltre
a una serie di
Lettere e
Appellazioni,
M. da C. scrisse un
Commento alle
Sentenze (Cesena, Forlì 1270 circa - Monaco
di Baviera 1342).